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Dietro le quinte della realizzazione di Hauntology

Hauntology Hauntology è uno degli ultimi album di Nova Production Music che offre un sound design oscuro e e vagamente snervante adatto promo, trailer e film. L'album contiene una raccolta di sette brani dark-horror al cardiopalma ispirati allo stile dei film indipendenti di A24 fusi con tocchi melodici e un po' retrò.

Abbiamo parlato con i compositori dell'album Nick Evans e Jake Shillingford per scoprire l'ispirazione e il processo creativo dietro le tracce, così come l'importanza di utilizzare la musica giusta quando si creano momenti di tensione e trepidazione in TV e al cinema.

Ti presento Nick Evans

Nick Evans è un compositore e produttore polistrumentista di Glastonbury, Regno Unito. Forma anche metà del duo di produzione, "Chøppersaurus". Scrive musica per la TV, il cinema e i media, ma gli piace anche passare il tempo a fare musica elettronica sperimentale o esplorare infestati angoli di campagna Inglese.

Oltre al suo lavoro di compositore, ha anche realizzato remix per band come Killing Joke, The Mission e Therapy in collaborazione con il produttore Tom Dalgety, come parte del loro progetto goth-industrial, Motorcade.

Ti presento Jake Shillingford

Jake Shillingford è il fondatore e il cuore pulsante di "Epic Pop Pioneers' My Life Story", avendo pubblicato cinque album di successo e sei singoli nella top 40, che hanno ispirato l'identità orchestrale dell'era Britpop.

Shillingford ha iniziato la sua carriera come compositore e promotor di band in un club londinese chiamato The Panic Station, dove ha organizzato i primi spettacoli per The Stone Roses, Happy Mondays e My Bloody Valentine. In seguito ha fondato la sua etichetta Exilophone Records nel 2002. Durante questo periodo, ha cantato, con una giovanissima Adele, la canzone "Katrin" per il suo primo album finanziato in crowdfunding, Ei034.

Nel 2012, con il cantautore/produttore Nick Evans ha fondato una società di produzione musicale chiamata Chøppersaurus. Insieme, hanno vinto quattro synch award e creato musica per una varietà di progetti, dai trailer di film hollywoodiani al branding di broadcaster televisivi. Ora si dedicano alla composizione per il cinema, dopo aver composto la colonna sonora della commedia horror Bloodfest per Rooster Teeth.

Shillingford è l'ex Head of Artist Development per BIMM (Music Institute), dove supervisiona il lavoro degli A&R per tutti e sette i campus in Europa; ha lavorato come educatore musicale in tutto il mondo. Attualmente è sotto contratto con la Mute Song come cantautore e compositore e collabora con molti artisti pop e rock emergenti.

1. Cosa ha ispirato l'album ‘Hauntology’ e quali sono state le influenze nella creazione del sound e dello stile musicale dei brani?

Nick Evans: “L'album ha diversi punti di ispirazione, la parola ‘Hauntology’ è stata coniata dallo scrittore Mark Fisher che ha scritto molto su questo argomento. È la crasi di haunting (inquietante, ossessivo) e ontology (ontologia). Esprime il concetto di impossibilità di sfuggire agli elementi del passato sociale o culturale, per cui in sostanza siamo sempre perseguitati dalla nostra storia - culturalmente, mentalmente ecc. Sembra un po' pretenzioso ma semplicemente mi piaceva l'idea di essere costantemente perseguitato da cose da cui non si può mai fuggire e ho cercato di usare questo concetto come metodo di composizione.

Hauntology è in realtà un genere musicale a sé stante, reso popolare da artisti come Burial o The Caretaker. La parola è diventata una sorta di mantra che si è insinuato nelle canzoni e che sembrava adattarsi a ciò che stavamo facendo.

Dal punto di vista musicale, le ispirazioni sono state molte, ma tra le menzioni degne di nota ci sono le colonne sonore di It Follows di Disasterpeace, Saint Maud di Adam Bzowski, All Quiet on The Western Front (Niente di nuovo sul fronte occidentale) di Volker Bertelmann, Tenet di Ludwig Görannsson e altri film di A24, Gazelle Twin, John Carpenter e Trent Reznor/Atticus Ross”.

2. Puoi descrivere il tuo processo creativo nella composizione e produzione dei brani?

Nick Evans: “Il processo creativo di questo album ci ha portato in molte direzioni diverse. Ciò che ha funzionato per alcuni brani non ha funzionato per altri, il che ha contribuito a mantenere le cose fresche e attuali. La cosa più importante era creare un mondo sonoro inquietante con questi brani, quindi mi sono affidato molto all'uso di sintetizzatori modulari e di plugin/FX imprevedibili, per cui le cose sembrano sempre un po' “fuori posto”.

Nelle fasi iniziali, creavamo uno scenario sonoro con un riff o un motivo, e il resto veniva da se subito dopo, il che ci forniva la direzione da seguire.  Per esempio, il brano di apertura “Haunted by The Past” è iniziato con questo gruppo di 3 suoni di synth, tutti creati separatamente e poi modificati in questo riff che si ripete per tutto il brano. All'inizio è poco minaccioso, ma con l'avanzare del brano inizia a dare l'impressione che qualcuno stia inseguendo la preda e che stia guadagnando terreno su chi ascolta, fino a quando non si ha la sensazione di cercare di superarlo.

Alcuni brani hanno un approccio più 'musicale' (Unknown Beyond, Behind the Veil). Per altri il processo è stato simile, ma un po' più sottile. Ci è piaciuto giocare con l'idea delle facciate, nel senso di qualcosa che può sembrare ragionevolmente prevedibile e quasi tranquillizzante, ma se si scava sotto la superficie e si guarda un po' più a fondo può essere completamente diverso da quello che ci si aspetta e diventa piuttosto terrificante. David Lynch lo ha fatto visivamente in Velluto blu e la colonna sonora di Gone Girl è un ottimo esempio di gioco con l'idea di facciata in termini musicali”.

3. Avete incontrato qualche difficoltà nel realizzare questo album?

Nick Evans: “Un bel po'! Hauntology è stato molto divertente, ma a volte molto impegnativo dal punto di vista musicale, perché è così facile cadere nella trappola di rigurgitare i classici tropi della musica horror, e per quanto li ami, questo album voleva provare a fare qualcosa di diverso!

Come produttori e scrittori, ci siamo sentiti costantemente spinti ai limiti delle nostre capacità, il che, a mio avviso, è sempre un buon segno se si sta facendo qualcosa di interessante e (si spera) di buono. La musica è piuttosto intensa e a volte è stato facile farsi sopraffare e perdere la prospettiva, come se ci trovassimo in una sorta di bufera di sound design horror!

Fortunatamente, Neil Pollard di Nova è stato di grande supporto e se gli mandavamo dei demo, ci richiamava sempre e ci rimetteva in carreggiata con idee straordinarie. Alcuni brani sono stati oggetto di un'intensa attività di taglio e di un certo numero di “tira e molla” per dare loro forma. 

I brani si sono modificati e cambiati più volte nel corso dei mesi, ma Neil ci ha davvero aiutato a renderlo il migliore possibile ed è uno degli album che posso riascoltare e di cui mi sento estremamente orgoglioso”.


4. Secondo te, cosa è più importante quando si crea una musica cupa e inquietante, ad esempio gli strumenti utilizzati, il ritmo o l'incedere della musica o qualcos'altro?

Nick Evans: “Tutte le cose sopra citate! Credo che dipenda da ciò che si sta cercando di ottenere, ma per me la cosa più importante è incutere disagio in modi sottili. Lo si può ottenere musicalmente  come, per esempio, nel tema di Halloween di John Carpenter è in 5/4, quindi l'ascoltatore medio si sente inconsciamente a disagio non appena inizia a fare le sue cose. 

Oppure lo si può fare con il sound design, creando suoni strani e imprevedibili, modulando leggermente le cose in modo che stonino e organizzandole in un modo che rosicchi gradualmente l'ascoltatore fino a fargli provare, per citare Super Hans in Peep Show, “un potente senso di terrore””.

Nick Evans: "Il processo creativo di questo album ci ha portato in molte direzioni diverse. Ciò che ha funzionato per alcune tracce non ha funzionato per altre, il che ha mantenuto le cose fresche. Cercare di creare un mondo sonoro inquietante con queste tracce era la cosa più importante, quindi mi sono affidato molto all'utilizzo di sintetizzatori modulari e plugin/FX che erano più inaffidabili e imprevedibili, quindi le cose sembrano sempre un po' "fuori posto".

  

5. Quanto è importante il ruolo della musica nella creazione di momenti di paura e tensione nei film, in TV e nei media?

Nick Evans:  Nick Evans: "Così importante. La musica è una forza così potente e sento che ha la capacità di insinuarsi nella coscienza delle persone attraverso la porta di servizio. La musica e il sound design giusti possono fornire le condizioni sonore necessarie affinché la visione dell'inferno di un regista prenda davvero vita".

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